Sanguinare inchiostro
“Sanguinare inchiostro”, spettacolo scritto da Andrea Castelli e diretto da Carmelo Rifici è una coproduzione tra Teatro Stabile di Bolzano e il Centro Servizi Culturali Santa Chiara di Trento. A cento anni dallo scoppio della Grande Guerra, le due istituzioni teatrali hanno deciso di proporre uno spettacolo che ripercorre la perversa follia del primo conflitto mondiale che ha cambiato il XX secolo segnando la storia europea in modo indelebile.
Scritto e interpretato da Castelli, lo spettacolo è dedicato all’epopea umana di una generazione di giovani soldati che ha perduto ogni riferimento nel passato e ogni fiducia nel futuro. La regia è di Carmelo Rifici, da sempre molto interessato a portare sulle tavole del palcoscenico le riflessioni sulla Storia, grande o piccola che sia. Basta pensare a due spettacoli davvero riusciti come "Avevo un bel pallone rosso" di Angela Demattè e "La Rosa Bianca" di Lillian Groag, anch'essi voluti da Marco Bernardi e prodotti dal Teatro Stabile di Bolzano con l'interpretazione dello stesso Castelli.
“Sanguinare inchiostro”, che fa rivivere sulla scena alcune pagine di scrittori famosi, ma soprattutto le testimonianze di soldati trentini arruolati con l’Austria, è un viaggio ad incontrare uomini che, in una sorta di museo degli orrori, scrissero della peggior esperienza del mondo, facendo sanguinare sul foglio la propria sofferenza.
Da anni Andrea Castelli desiderava riflettere con il linguaggio del teatro su questo tema: «Il testo di “Sanguinare inchiostro” – spiega – ha avuto una lunga gestazione, sviluppatasi in tempi non sospetti, cioè quando ancora non pensavo al centenario della Grande Guerra. Sono sempre stato appassionato del drammatico periodo storico che ha toccato da vicino la nostra terra per due motivi: per rimorso e per vendetta. Rimorso perché da ragazzino quando i nonni raccontavano della guerra, se potevo, tagliavo la corda (ora, se ci fossero, sarei io a fare tante domande e loro a scappare); e per vendetta perché la scuola ai miei tempi ci portava alla maturità col programma che terminava rigorosamente ai “prodromi della prima guerra mondiale”. Così nel tempo ho cominciato una serie di letture dedicate all’argomento le quali via via mi hanno sempre più appassionato. »
A firmare la regia del nuovo spettacolo è Carmelo Rifici, regista attento ad approfondire sulle tavole del palcoscenico le tematiche del rapporto fra generazioni. «Questo spettacolo – scrive Rifici nelle note di regia – non vuole essere un’esaustiva e completa analisi della prima guerra mondiale, sulla quale molto è stato scritto e dai migliori storici, quanto un emotivo viaggio all’interno della coscienza di quei soldati che al fronte utilizzavano la scrittura come unica arma contro l’impazzimento, contro la solitudine. La scrittura come arma per sconfiggere la paura. Lo spettacolo segue la scrittura di Castelli, nel suo susseguirsi di lettere dal fronte, generi teatrali, spunti di riflessione sulle identità frantumate dei giovani e dei trentini che non sapevano per quale motivo e per chi stavano combattendo. E’ uno spettacolo sull’allucinazione, sul paradosso di chi combatte senza conoscere il nemico. E’ uno spettacolo sui giovani, che hanno perso fiducia nella generazione dei grandi, dei padri e dei superiori, e che si trovano da soli a prendere decisioni, a trovare un’identità e a una via d’uscita alla mancanza di speranza che ogni crisi porta. Il tema che pervade tutto il testo e che la regia cerca di comunicare al pubblico di oggi è proprio questo: giovani che si lasciano andare alla follia della guerra e che si perdono dentro essa e altri che si salvano attraverso l’uso terapeutico della scrittura, capace di lasciare testimonianza di sé e di creare identità e relazione. In mezzo a loro un universo di personaggi grotteschi: i grandi, i gerarchi, i detentori della filosofia della guerra, portati in scena attraverso la sottile ironia degli attori in tutta la loro inutile protervia.»
di Andrea Castelli
regia Carmelo Rifici
scene Guido Buganza
costumi Margherita Baldoni
luci Lorenzo Carlucci
musiche Daniele D’Angelo
interpreti Andrea Castelli, Christian Mariotti La Rosa,
Tindaro Granata, Lucia Marinsalta, Emiliano Masala,
Enrico Pittaluga, Francesca Porrini
In collaborazione con Centro Servizi Culturali Santa
Chiara di Trento