Cosplay

Lo spettacolo è destinato agli adolescenti delle scuole secondarie di secondo grado.
Sarà proposto direttamente nelle classi o in spazi non formali, per un pubblico di massimo 30 persone.
Lo spazio dell’aula verrà modificato spostando i banchi al centro per creare un unico grande tavolo da gioco.
Cosplay sarà disponibile dall’1 al 24 ottobre.
Gli appuntamenti possono essere concordati contattando This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
La nostra vita quotidiana è ormai pervasa da riferimenti a un ideale di corpo da raggiungere: social, influencer, televisione, fotografia, pubblicità, cinema, raccontano la bellezza come qualcosa di ben preciso a cui aspirare. L’esposizione incontrollata a immagini che propongono un canone estetico, accanto a un certo modo di vestire, di mangiare, di allenarsi, porta adolescenti e adulti ad essere sempre più desiderosi di conferme sul proprio aspetto. Questa tendenza si traduce nel perenne tentativo di interpretare un personaggio visibile e socialmente adeguato.
Per le donne più che per gli uomini, la bellezza è associata alla magrezza. È una bellezza che colpevolizza, fa credere di non essere abbastanza, oggettifica. Spesso si accompagna a simboli di successo, amore e felicità, rafforzando l’idea che uno specifico tipo di bellezza sia essenziale per una vita soddisfacente. Ciò che fingiamo di non sapere è che la bellezza alla quale siamo indotti è il prodotto di uno sfrenato capitalismo che crea di continuo nuovi ideali estetici, che impone cosa è bello e cosa non lo è, che offre uno schema comportamentale e raccomanda caldamente di non cercarne altri. La bellezza oggi è una merce. E definiamo bello ciò che genera traffico, like, condivisioni, attenzione, profitto. Ma se vivessimo in un mondo in cui l’apparenza non è di primaria importanza, spenderemmo comunque tanto tempo e denaro per perseguire modelli di corpo irrealistici?
Cosplay interroga il pubblico di adolescenti sull’influenza, spesso inconsapevole, che subiamo riguardo al nostro aspetto esteriore, provando a mettere insieme i pezzi di un mito, quello della bellezza, che riguarda anche i rapporti di potere (in famiglia, nel mondo del lavoro o tra i generi). A metà strada tra role playing e gioco da tavolo, lo spettacolo scompagina le regole convenzionali per chiedere agli spettatori di attivarsi ed eseguire azioni precise sotto la guida dell’attore. Un dado, un mazzo di carte, un tabellone. Pochi elementi per comprendere e poi decostruire insieme un paradigma che ci incoraggia a conformarci e a esibirci. Non si tratterà quindi di avere un pubblico, ma dei partecipanti: ragazze e ragazzi saranno chiamati a intervenire nella realizzazione scenica con le loro opinioni, emozioni, relazioni, per produrre uno spettacolo ogni volta differente, ironico e imprevedibile.
Cosa riteniamo davvero importante? Cosa abbiamo a cuore? Come vogliamo investire le nostre energie emotive? Il nostro aspetto ci interesserà sempre, e questo non è un problema, scrive Renee Englen in Beauty Mania. Il vero problema nasce quando ne siamo così preoccupati da allontanarci dagli obiettivi importanti. Ma è possibile prestare attenzione all’esteriorità e al contempo abbassare il volume della bellezza? Smetterla di inseguire il miraggio di un corpo migliore per concentrarci sui nostri desideri, talenti, progetti? Svestire i panni del personaggio che interpretiamo a favore del mondo e riappropriarci delle nostre risorse mentali?
ideazione e regia Francesco Ferrara e Salvatore Cutrì
drammaturgia Francesco Ferrara
con Salvatore Cutrì
produzione Teatro Stabile di Bolzano
Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto Il mio cuore a bassa frequenza per la prevenzione contro i Disturbi del Comportamento Alimentare
Alcune delle repliche in scena a Bolzano sono co-finanziate dal Consultorio Familiare Kolbe e dal Soroptimist Club Bolzano
durata 70 min ca