Tipi umani seduti al chiuso
Partitura sentimentale per biblioteche
E in tutta questa complessità devastante, ecco la nostra biblioteca.
Oggetto semplice e circoscritto, affetto da sospettosa nostalgia del Novecento, lento, poco abitato, dove il corpo si piega alla téchne della sedia. L'animale umano si china su un libro e la bestia tace.
Impossibile leggere o fare altro.
La lettura è un'attività esclusiva.
Qui troviamo una donna, Simona, che di mestiere scrive, ma non riesce a farlo a casa sua. Il suo immaginario si riattiva solo e unicamente in biblioteche piccole e poco frequentate, come la nostra; biblioteche univesitarie o di quartiere.
Nella mente di Simona, appaiono piccole figure minori. Ci sono tre bibliotecari: Riccardo, suo nipote Cristiano, e Lorenzo, ognuno con una biografia spampanata. Riccardo, sentimentale e buono senza scampo, ha un figlio in rivolta col mondo, il giovane Cristiano (nome ricorrente in famiglia), sofferto e sfiduciato che ce l'ha su con tutto, ma soprattutto con se stesso. La moglie di Riccardo, Laura, è via, si è presa una vacanza dalla casa. Torna? Mah. Il nipote Cristiano è un nostalgico dell'Ottocento, non trova pace o conforto alcuno nella contemporaneità, è fuori tempo. Lorenzo è contento di essere lì e di essere bibliotecario. L'unico un po' vitale. Classicamente innamorato di Susanna, una ragazza in lotta dichiarata col sistema, che proprio non lo vuole e che suona note tristi.
Simona fa arrivare in questa biblioteca - tinello di umori e stati d'animo mesti - lo straniero che cerca lavoro, Filippo, tipo strano, curatore d'arte d’improbabili artisti conosciuti solo da lui, colto ma d'impianto inaffidabile.
I soliti temi bussano alla sua solita vita. I personaggi vanno e vengono. I toni a volte si alzano, il cuore non sa che farci di esser cuore. Certe note assemblate sgocciolano malinconia.
Simona vorrebbe dire altro, ma in un'intera esistenza si hanno solo tre o quattro idee sulle cose e sul mondo, che si ripetono in forme diverse; e che in lei, oggi, stanno perdendo senso.
C'è il sentimento (i libri), l'abbandono (i libri), l’impossibile (i libri), le righe (i libri), l'inadeguatezza, il Santo e il tempo fermo (i libri), il Teatro Anatomico, il sangue e il suo polso (i libri), e la rabbia.
La rabbia e i libri.
E poi il disarmo.
L'impotenza di pensare l'impensabile.
Di dire quello che non si è capito.
“Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”, Wittgenstein.
Lucia Calamaro
I biglietti per le recite di Merano e Bressanone sono acquistabili on-line tramite i pulsanti sottostanti e sulla App TSB, e alle Casse del Teatro Comunale di Bolzano (mart-ven. 14.30-19.00 sab. 15.30-19.00). La sera di spettacolo presso le casse dei rispettivi teatri a partire dalle 19.30.
testo e regia di Lucia Calamaro
con Riccardo Goretti, Lorenzo Maragoni, Cristiano Moioli, Cristiano Parolin, Filippo Quezel, Susanna Re, Simona Senzacqua
aiuto regia Norman Quaglierini
assistente alla drammaturgia Sonia Soro
scene Alberto Nonnato
costumi Lauretta Salvagnin
luci Nicolò Pozzerle
musiche Susanna Re
produzione TSV - Teatro Nazionale
in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova. Progetto ideato nel 2022 per le celebrazioni degli 800 anni dell’Ateneo.
Lo spettacolo si inserisce nel progetto della Compagnia Giovani, parte dell’Accordo di Programma tra Regione Veneto e Teatro Stabile del Veneto per la realizzazione del Progetto Te.S.eO. Veneto – Teatro Scuola e Occupazione (DGR n. 1646 del 19 dicembre 2022).