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Avevo un bel pallone rosso
“Avevo un bel pallone rosso”è una storia legata agli Anni di Piombo strettamente legata al Trentino-Alto Adige. Il testo scritto da Angela Demattè si è aggiudicato il Premio Riccione per il Teatro 2009 ed è stato presentato in prima assoluta nel 2010 per la regia di Carmelo Rifici.
Il titolo del testo corrisponde alla citazione di una filastrocca ricopiata in un quaderno dalla bambina Margherita Cagol, futura cofondatrice con il compagno Renato Curcio delle Brigate Rosse. La trasformazione della protagonista è seguita passo dopo passo dal 1965 al 1975 attraverso un percorso narrativo basato sulla vita privata e pubblica della ragazza, prima brava e obbediente liceale poi studentessa universitaria presso la facoltà di Sociologia di Trento, dove conosce Renato Curcio con il quale si trasferisce a Milano nel 1969, partecipa alla fondazione delle Brigate Rosse e muore in uno scontro a fuoco con i carabinieri.
In “Avevo un bel pallone rosso” la Demattè racconta un dramma storico e umano. Domina infatti la drammatica evoluzione dell’indissolubile rapporto tra la figlia e il padre, prototipo dell’uomo semplice e convenzionale, tanto che l’emancipazione della ragazza ribelle passa anche attraverso l’abbandono del dialetto trentino, mantenuto invece dal genitore. Emblematico è il sogno finale raccontato al padre: la figlia sta facendo la guardia a uno che «somigliava al Aldo Moro» chiuso in una «camera, picola picola, con en linzòl ros sul mur», per poi scoprire «che te eri ti papà» e dire «me dispias, me dispias papà…». In questa dolorosa battuta finale la brigatista recupera il sentimento paterno del dialetto e sottolinea il legame indissolubile con la sua terra. Le voci, limpide e adeguate a due ruoli così complessi, sono della stessa Demattè e di Andrea Castelli.
“Avevo un bel pallone rosso” di Angela Demattè. Premio Riccione 2009. Regia Carmelo Rifici. Scene Guido Buganza. Costumi Margherita Baldoni. Musiche Ferdinando Baroffio. Luci Lorenzo Carlucci.
Con Andrea Castelli, Angela Demattè.
Aiuto regista Paolo Taccardo, direttore di scena Franco Di Marino, capo macchinista Claudio Balducci, capo elettricista: Lorenzo Carlucci, fonico Christian Marchi, sarta Tiziana Mosna, scene O.C.S.A. Teatro Stabile di Bolzano, stagione 2010/2011